L'umanità, fin dalla sua creazione, è stata investita di un progetto divino specifico che va oltre la semplice esistenza biologica. Un pilastro di questo piano è la vocazione intrinseca ad essere "vincitori" e a "regnare".
Il fondamento di questa vocazione la troviamo in Genesi 1:28, dove Dio benedice Adamo ed Eva e conferisce loro il mandato di "soggiogare la terra e dominare" (o "esercitare dominio" su di essa e sugli esseri viventi). Questa non è una semplice assegnazione di compiti, ma l'imprimersi di una vera e propria vocazione a regnare. Significa che l'autorità, la forza e la capacità di esercitare controllo (dominio) sono state incorporate nella natura umana da Dio fin dall'inizio.
Soggiogare e Dominare: L'Essenza del Vincitore
Per comprendere l'essenza di questa chiamata alla vittoria, analizziamo i due verbi chiave: "soggiogare" e "dominare". Soggiogare (ebraico: kabash) Questo verbo implica l'azione di sottomettere, conquistare e calpestare. Rappresenta la forza e l'autorità necessarie per stabilire un controllo. L'essere umano è stato creato con questa forza e autorità divina per esercitare una gestione robusta, ma benevola, sul creato.
Dominare (ebraico: radah) Questo verbo significa esercitare autorità o regnare su qualcosa. Insieme a "soggiogare", definisce la missione originale dell'uomo come reggente e amministratore delegato della terra per conto di Dio.
Come viene ricordato in Salmi 115:16: "I cieli sono i cieli dell'Eterno, ma la terra egli l'ha data ai figli degli uomini." Dio ha stabilito l'uomo come un dominatore nato, con l’autorità di amministrarla saggiamente e di svilupparla attivamente.
La Corruzione del Dominio: Dalla Vocazione al Conflitto
Nonostante l'investitura originaria, l'ingresso del peccato (la Caduta, Genesi 3) ha corrotto e distorto questa missione. Il dominio legittimo e benevolo è stato trasformato in tirannia e autodistruzione.
Basta osservare la storia umana per capirlo: essa è costellata di tentativi di conquista, lotte per il potere e guerre per soggiogare territori e popoli. La spinta a dominare è un impulso naturale e primario, una traccia della nostra vocazione originaria. Purtroppo, con la Caduta, questo progetto è stato deviato. L'uomo ha abusato dei suoi doni, trasformando la sua chiamata al dominio responsabile in una sete sfrenata di potere, che ha generato sofferenza e caos nel mondo.
Un Piano Perfetto di Riscatto: La Continuità del Disegno Divino
La Scrittura stabilisce che l'umanità è stata creata con una vocazione a regnare e ad esercitare dominio, come illustrato dal mandato dato ad Adamo ed Eva in Genesi 1:28. Tuttavia, la disubbidienza iniziale (Genesi 3), ha interrotto drasticamente l'attuazione di questo piano.
Il peccato di Adamo ed Eva non fu un semplice errore morale; fu un atto di tradimento e sottomissione. Nel momento in cui scelsero di obbedire a una voce diversa da quella di Dio (il "nemico" o satana), essi cedettero l'autorità che era stata loro delegata per regnare sulla Terra e gli si sottomisero.
Coloro che erano stati designati da Dio per essere reggenti e soggiogatori del creato si ritrovarono, per la loro disubbidienza, a essere schiavi di colui che avrebbero dovuto sottomettere. La loro posizione fu capovolta: l'autorità legittima fu trasferita al nemico spirituale, rendendo l'umanità non più dominatrice, ma dominata. Questo è il cuore della tragedia della Caduta.
Israele: Il Secondo Tentativo e il Secondo Fallimento
Nonostante questo fallimento iniziale, il progetto di Dio di avere un popolo di dominatori sulla Terra non fu abbandonato. La Sua infinita grazia e fedeltà sono l'elemento che impedisce l'annullamento definitivo del progetto originario.
Dio, in un atto di riscatto parziale, scelse la nazione di Israele. A questo popolo fu affidato un compito cruciale: manifestare la gloria di Dio in mezzo alle nazioni e, concretamente, conquistare pienamente la Terra Promessa (Canaan). Questa conquista simboleggiava il ripristino del dominio legittimo che era stato perduto.
La Missione Fallita: Similmente ad Adamo ed Eva, anche Israele fallì miseramente nell'adempiere pienamente il suo mandato. La loro storia è un susseguirsi di disobbedienze, idolatria e mancanza di fiducia. Invece di cacciare completamente i popoli corrotti dalla Terra Promessa, secondo ciò che Dio aveva comandato, e stabilire il regno di Dio in purezza, spesso si mescolarono con essi e adottarono le loro pratiche.
La Conseguenza: La disubbidienza di Israele culminò in esili e sottomissioni a potenze straniere (Assiria, Babilonia, ecc.). Anche loro, destinati a regnare e a essere "luce per le nazioni", si ritrovarono soggiogati da altri popoli e, spiritualmente, ancora schiavi delle conseguenze del peccato. Il loro fallimento storico ribadì la stessa lezione appresa da Adamo: l'umanità, lasciata alle sue sole forze, non può adempiere al piano di dominio divino.
La Grazia Come Elemento di Riscossione
Il fatto che il progetto di Dio non si sia concluso con la caduta di Adamo, né con il fallimento di Israele, è la testimonianza della Sua grazia infinita.
La grazia è l'intervento immeritato di Dio che supera la disubbidienza umana. Essa è l'elemento che impedisce l'abbandono del progetto e garantisce che il piano originario – che l'uomo regni in modo benevolo e giusto – verrà comunque realizzato.
Dio ha ideato un piano di riscatto (o redenzione) più grande dell'originale, perché non si limita a ripristinare il dominio sulla terra, ma risolve la radice del problema: la separazione da Dio e la schiavitù del peccato e della morte.
Gesù Cristo, il figlio di Dio, è l'unico inviato con lo scopo di riconquistare ciò che noi non potevamo più avere.
Ciò che l'umanità aveva perso principalmente era la relazione con Dio (separazione), la fonte stessa della sua vita e, di conseguenza, è stata sottomessa alla morte. Gesù interviene per cambiare questa condizione.
La sua venuta non è solo un evento etico o morale, ma un atto di conquista spirituale e distruzione della schiavitù.
Come ci ricorda 2 Timoteo 1:10 la venuta di Gesù ha avuto un solo scopo: distruggere la morte e far risplendere la vita e l'immortalità. Gesù non ha vinto solo sulla morte, ma anche sulle potenze spirituali che ci tenevano prigionieri, su satana. Giovanni 12:31 ci parla del giudizio su questo mondo e della cacciata del suo principe. E in Colossesi 2:15, si legge che Gesù ha "spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui". Questo è un trionfo totale, una vittoria assoluta.
La cacciata del "principe di questo mondo" (Giovanni 12:31)
Questo passaggio annuncia l'inizio del giudizio sul mondo e la perdita di autorità da parte del suo reggente spirituale, satana. La croce di Gesù, paradossalmente, è il momento di questo giudizio e di questa cacciata.
Il Trionfo Pubblico (Colossesi 2:15):
"Ha spogliato le potestà e i principati": Gesù ha letteralmente disarmato, privato dei loro poteri e della loro autorità le forze spirituali di satana che ci erano ostili.
"Ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui": L'immagine richiama la marcia trionfale di un generale romano che espone i nemici sconfitti. La croce e la resurrezione non sono viste come sconfitte, ma come il pubblico trionfo in cui Gesù umilia e neutralizza ogni potere avversario.
In sintesi, mentre l'uomo ha fallito nel suo progetto originario, Dio ha implementato un piano di riscatto attraverso Gesù Cristo, il quale ha realizzato un trionfo totale e assoluto sulla morte, sul peccato e su ogni forza spirituale che si opponeva al dominio originale dell'uomo. La vittoria di Gesù è la base su cui l'uomo può nuovamente aspirare alla sua vocazione di "vincitore".
Regnare nella Vita: L'Eredità del Credente
Grazie a questa vittoria di Cristo, ora noi, che abbiamo creduto in Lui, possiamo regnare da vincitori. La morte non ha più l'ultima parola. La parola di Dio in Romani 5:17 ci assicura che se a causa del peccato di uno solo la morte ha regnato, "molto di più coloro che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno, che è Gesù Cristo". Non si tratta di una vittoria parziale, ma di un regno totale.
E questo regno non è una teoria lontana, ma una realtà quotidiana. Romani 8:37 ci dichiara in modo inequivocabile: "Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati". Siamo più di semplici vincitori; siamo coloro che vincono abbondantemente, in ogni circostanza.
La Nostra Parte: Credere e Testimoniare
La vittoria di Cristo è completa, ma la nostra parte è credere e agire in accordo con essa. Gesù ha ripreso le chiavi del regno e ha sconfitto il nemico, e noi dobbiamo fare la nostra parte per manifestare questa vittoria in modo visibile a questo mondo. Le nostre armi non sono spade, pistole o fucili, ma la fede e la parola.
Apocalisse 12:11 ci dice chiaramente come i fratelli hanno vinto l'accusatore: "per mezzo del sangue dell'Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza". È il sangue di Cristo che ci ha reso liberi, ed è la nostra testimonianza, la nostra fede espressa a parole, che ci dà vittoria su ogni cosa.
Non Tornare alla Schiavitù
A questo punto, la sfida è chiara. Dobbiamo ricordarci chi siamo in Cristo: dei vincitori. Dobbiamo stare in guardia e non permettere a nulla in questo mondo di renderci nuovamente schiavi. Come avverte 2 Pietro 2:19, "uno diventa schiavo di ciò che lo ha vinto". Se non prendiamo possesso della nostra eredità di vittoria, rischiamo di cedere terreno e diventare schiavi di ciò che abbiamo vinto.
Siamo nati per vincere. È il nostro DNA spirituale. La vittoria è già nostra in Cristo. Dobbiamo solo vivere e agire in quella verità ogni singolo giorno.
La Nostra Posizione in Cristo: La Chiave per Ricevere
Per poter ricevere da Dio in modo efficace, la prima cosa che dobbiamo comprendere è la nostra identità in Cristo. Non si tratta di ciò che facciamo, ma di chi siamo diventati. Come dice Colossesi 2:10, in Cristo abbiamo "tutto pienamente". Questo significa che la pienezza di Dio è accessibile a noi perché siamo stati uniti a Lui. Non siamo più schiavi delle tenebre, ma cittadini del Regno di Suo Figlio (Colossesi 1:13).
Il cristianesimo è un incredibile "scambio di vita": noi abbiamo dato a Cristo i nostri peccati e la nostra povertà, e in cambio abbiamo ricevuto la Sua giustizia e la Sua ricchezza. Questo non è un concetto teorico, ma una realtà spirituale. Siamo stati crocifissi con Lui e siamo stati risuscitati con una natura completamente nuova. La nostra posizione, ora e per l'eternità, è di essere uno spirito solo con Lui (1 Corinzi 6:17). Siamo stati fatti sedere con Lui nei luoghi celesti in Cristo Gesù (Efesini 2:6).
Rinnovare la Mente per Vedere la Verità
Le benedizioni e le promesse di Dio sono già nostre in Cristo, ma la loro realizzazione nella nostra vita dipende dal nostro credere. La nostra sfida più grande è che spesso cerchiamo di "vedere per credere", ma la Bibbia ci insegna a "credere per vedere". I nostri sensi naturali possono essere un ostacolo, perché ciò che vediamo con gli occhi fisici non riflette sempre la nostra realtà spirituale. Il nostro vero essere è l'uomo spirituale, e man mano che arriviamo a comprendere questa verità, il nostro corpo e la nostra vita si allineeranno ad essa.
Per superare la "crisi d'identità" che ci assale di fronte ai problemi, dobbiamo rinnovare la nostra mente attraverso la Parola di Dio. Romani 12:2 ci esorta a essere "trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente". Questo processo, simile a una metamorfosi da bruco a farfalla, avviene man mano che permettiamo alla Parola di Dio di cambiare il nostro modo di pensare. La nostra vita è il riflesso dei nostri pensieri, come suggerito in Proverbi 4:23: "Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita". Se siamo persuasi nel nostro cuore che Dio non può mentire, possiamo vivere in vittoria.
La Forza della Nostra Posizione e le Grandi Promesse
Il mistero che per secoli è stato nascosto è stato rivelato: "Cristo in voi, la speranza della gloria" (Colossesi 1:27). Questo non è un concetto astratto, ma la nostra realtà. La potenza divina di Dio ci ha già donato "tutto ciò che riguarda la vita e la pietà" (2 Pietro 1:3). Abbiamo la natura di Cristo dentro di noi, e per questo, siamo "più grandi" di qualsiasi crisi, malattia o dolore.
Il perdono dei peccati, ad esempio, è stato pagato da Gesù una volta per tutte, per i peccati passati, presenti e futuri (1 Giovanni 2:1-2). Il fatto che confessiamo i nostri peccati non è perché la nostra salvezza è a rischio, ma perché il perdono nel nostro spirito deve influenzare il nostro corpo e chiudere ogni porta al nemico, che viene solo per rubare e distruggere.
Come l'apostolo Pietro, che ha guarito lo storpio al tempio, dobbiamo agire non per la nostra forza o santità, ma in virtù di Chi è in noi. Pietro ha detto: "Dell'argento e dell'oro io non ne ho, ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!" (Atti 3:6). L'uomo non è guarito per la potenza di Pietro, ma per la potenza di Cristo che operava attraverso di lui.
In questo mondo, possiamo avere fiducia nel giorno del giudizio perché "quale Egli è, tali siamo anche noi in questo mondo" (1 Giovanni 4:17). Il nemico non ha più potere su di noi, perché "Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo" (1 Giovanni 4:4). Questa è la nostra posizione, questa è la nostra verità.
La Nostra Dichiarazione Finale
Ascolta e credi con tutto il tuo cuore a questa verità che definisce la nostra vita di nati di nuovo: "Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo" (1 Giovanni 4:4).
Eravamo in Cristo quando Lui ha sconfitto Satana. Eravamo con Lui quando ha fatto del nemico un pubblico spettacolo sulla croce (Romani 6:4-7). Il nemico non ha più autorità sulla nostra vita perché la vittoria è stata conquistata e noi ne siamo gli eredi.
Questa è la nostra posizione. Questa è la nostra verità.
Non permettiamo a nulla in questo mondo di rubarci la rivelazione di chi siamo in Cristo. Rifiutiamo la crisi d'identità. Rifiutiamo di vivere al di sotto della nostra eredità.
Sei pronto a smettere di mendicare ciò che ti è stato dato e iniziare a regnare sulla vita? Se Cristo è in te, sei nato per vincere. Vivi di conseguenza!
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