La Rivoluzione dell'Identità: Tutto ciò che è Vero per Gesù è Vero per Noi.
Il primo punto che voglio meditare è di una profondità sconvolgente è una chiave per comprendere la nostra identità. Immagina la scena: è buio, Nicodemo, stimato maestro di Israele, si avvicina timidamente a Gesù, vuole capire chi è quest’uomo che sta dicendo e facendo cose straordinarie. E Gesù Uomo, con la sua tunica impolverata e con sandali ai piedi come qualsiasi altro giudeo di quel tempo, gli rilascia una dichiarazione che squarcia il velo tra cielo e terra:
“Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell'uomo che è nel cielo” (Giovanni 3:13).
Non dice: "il Figlio dell'uomo che sarà nel cielo" o "che era nel cielo". Dice "che è nel cielo" e lo dice al presente, mentre è lì, in carne e ossa, che sta parlando!
Qual è la rivelazione? Gesù ci sta donando la chiave per comprendere la Sua perfetta duplice cittadinanza. Egli era pienamente Uomo sulla terra, ma la Sua vera identità e la Sua coscienza sono ancorate al cielo. Egli viveva la Sua vita terrena da una posizione celeste.
E questo è il punto cruciale: questa "posizione nel cielo" non è un privilegio esclusivo Suo, ma un dono redentivo per noi! Paolo lo afferma con forza in Efesini:
"...e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù." (Efesini 2:6)
La verità su Gesù, essere nel cielo mentre è sulla terra, è diventata la nostra verità: siamo seduti nei luoghi celesti mentre camminiamo su questa terra! La nostra vita non è definita da ciò che vediamo, ma da dove siamo posizionati in Cristo.
Un altro punto fondamentale è la preghiera sacerdotale di Gesù che troviamo in Giovanni 17. È un "testamento" prima della croce, dove Gesù rivela le ragioni più profonde della Redenzione. E la prima verità che Lui afferma per i Suoi, che si estende anche a noi, è l'identità celeste:
“Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.” (Giovanni 17:16)
Questa non è una preghiera di richiesta, ma una dichiarazione di fatto. Gesù afferma la Sua identità non-del-mondo e poi la attribuisce ai Suoi discepoli. Il nostro "non essere del mondo" non è un ideale ascetico o un obiettivo da raggiungere; ma è già una realtà perché siamo in Lui. Se l'Identità di Gesù non è del mondo, la nostra identità in Lui non può nemmeno esserlo! Siamo nati da Dio, non da carne e sangue di questo mondo (Giovanni 1:13).
Un altro concetto che è spesso frainteso come un fardello di "fare" o uno sforzo moralistico è il concetto di Santità. Ma Gesù ci rivela la radice della vera Santità in Giovanni 17:19:
“E per loro santifico me stesso, affinché essi pure siano santificati in verità.”
Questa è la meraviglia! La nostra santità non è derivata da un nostro sforzo, ma è ricevuta perché Cristo ha santificato Sé Stesso per noi! Egli si è separato completamente per il Padre, e nella Sua persona ha compiuto la nostra separazione e consacrazione.
Quando Paolo ci esorta a essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità (Efesini 4:24), non ci chiede di creare la santità, ma di rivestire la santità che è già stata creata in noi in Cristo!
La santità di Gesù, la Sua perfetta purezza, è la nostra Santità di posizione. Abbiamo nel nostro spirito la stessa natura santa e incontaminabile di Cristo. La sfida è vivere esteriormente ciò che già siamo interiormente per la grazia che abbiamo ricevuto in Cristo.
Se tutto ciò che è vero per Gesù è vero per noi, allora anche il Suo scopo diventa il nostro scopo. La missione di Gesù è ora la nostra missione, come Lui stesso dichiara:
Come tu hai mandato me nel mondo, così ho mandato loro nel mondo. (Giovanni 17:18)
e ancora:
In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. (Giovanni 14:12)
Il parallelismo "Come... così" è totale. L'obiettivo non è andare in croce (opera unica e compiuta), ma manifestare il Padre nel mondo, in virtù della vita Risorta che è in noi.
Portare la nostra croce (Marco 8:34) non è cercare la sofferenza fine a sé stessa, ma rinunciare al proprio ego (la carne) affinché la vita e l'amore di Cristo (lo Spirito) possano manifestarsi attraverso di noi. Siamo la manifestazione di ciò che Lui ha fatto!
Questo è un punto di arrivo maestoso! Galati 4:26 ci regala un'immagine poetica e potentissima:
“Invece la Gerusalemme di sopra è libera ed è la madre di noi tutti.”
Come già affermato, la nostra origine è celeste. Noi non siamo semplicemente destinati al cielo; ne siamo nati!
La nostra nuova nascita è un atto dall'alto. Il nostro spirito rigenerato è dal cielo. La Gerusalemme di sopra è libera, e noi siamo liberi perché siamo Suoi figli.
Se siamo figli di questa Gerusalemme, la sposa di Cristo, significa che la nostra eredità, la nostra natura e la nostra cittadinanza sono celesti. Non siamo stranieri del cielo che si guadagnano un visto; siamo cittadini a pieno titolo che vivono, temporaneamente, in terra straniera (questo mondo).
La nostra vita non è una brutta copia di quella di Gesù, ma una partecipazione reale e sostanziale alla Sua stessa Identità, Posizione, Santità e Missione. Vivi la tua vita da dove sei seduto, nei luoghi celesti, e guarda il mondo e te stesso da quella prospettiva!
La Rivelazione Celeste in Colossesi e Romani
Analizziamo anche ciò che ci spiega Paolo in queste due lettere che sono davvero estremamente esaustive. Farò un parallelo tra la verità per Gesù e la verità per noi:
1. Colossesi: Vita Nascosta e Posizione Celeste
La Lettera ai Colossesi è un inno alla supremazia di Cristo e alla completezza che abbiamo in Lui. Se Cristo è tutto, allora la nostra unione con Lui è totale!
“Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra. ” Colossesi 3:1-2
Verità per Gesù: Gesù è risorto e ora siede in un luogo di autorità illimitata (alla destra di Dio).
Verità per Noi: Siamo stati risuscitati CON Lui (fatto compiuto). La nostra vita non è definita da ciò che vediamo, ma dalla posizione di Cristo. L'esortazione a "cercare le cose di lassù" è una conseguenza naturale del nostro stato di fatto. Dobbiamo vivere la vita in terra con una mentalità celeste, perché è lì che la nostra vera identità risiede.
“Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.” Colossesi 3:3-4
Verità per Gesù: La Sua morte è stata definitiva, e ora la Sua vita è la vita di Dio.
Verità per Noi: La nostra vita precedente (il "vecchio uomo") è stata posta nel sepolcro con Lui. Ora, la nostra vera Vita (con la V maiuscola) non è esposta ai pericoli e ai fallimenti di questo mondo, ma è nascosta con Cristo in Dio. Sei tenuto al sicuro nel posto più sicuro dell'universo! Non può toccarti nulla senza prima passare attraverso Cristo e il Padre.
“Poiché in lui [Cristo] abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete ogni pienezza in lui, che è il capo di ogni principato e potenza.” Colossesi 2:9-10
Verità per Gesù: Egli è la piena espressione della Divinità.
Verità per Noi: Abbiamo OGNI PIENEZZA IN LUI. Non ci manca nulla. Non siamo in cerca di un pezzo mancante. La vita che è in Cristo, e la Sua vittoria su ogni principato e potenza, è stata trasmessa interamente a noi. Questo ci rende completi e vittoriosi.
2. Romani: Morte al Peccato e Vita in Giustizia
La Lettera ai Romani stabilisce il fondamento della nostra Giustificazione e Santificazione, entrambe derivanti dall'unione con Cristo.
“O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo dunque stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.” Romani 6:3-4
Verità per Gesù: Morte per porre fine alla legge, resurrezione in novità di vita.
Verità per Noi: La nostra identificazione con Cristo non è solo teorica: è un fatto spirituale e definitivo. Il nostro "vecchio io" è stato crocifisso e sepolto (Romani 6:6). Siamo usciti dal battesimo per camminare nella Sua stessa novità di vita. Questo significa che la forza del peccato sulla tua vita è spezzata, e la sua autorità su di te è terminata.
“Così anche voi, fate conto d'essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.” Romani 6:11
Verità per Gesù: Egli "è morto al peccato una volta per sempre e la vita che egli vive, la vive a Dio" (Romani 6:10).
Verità per Noi: Ci viene comandato di "fare conto" (considerare) che la stessa realtà è vera per noi. Questo è l'atto di fede quotidiano: riconoscere la Verità di Cristo come la nostra Verità. Non devi lottare per morire al peccato; devi credere che sei morto al peccato e, in Cristo Gesù, vivi per Dio.
Le Implicazioni Pratiche: Vivere il Cielo sulla Terra
La logica di Paolo è sempre: "Questo è ciò che sei, perciò comportati come tale." Non si parte dal fare per essere, ma si parte dall'essere per determinare il fare.
Abbiamo letto il fondamento, ma qui c'è l'applicazione diretta:
“Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra.”(Colossesi 3:1-2)
Cercare (zōteo): Non è una ricerca passiva. Significa dare priorità assoluta alle realtà celesti, come la giustizia, la pace, la grazia e il Regno di Dio. Il nostro vero tesoro è lassù (Matteo 6:21).
Rivolgere il Pensiero (froneo): È un'azione continua del mettere la mente sulle cose celesti. Significa filtrare le esperienze terrene attraverso la lente della nostra identità in Cristo. Se sei seduto con Cristo, la tua prospettiva sui problemi, sul denaro, sui successi e sui fallimenti cambia radicalmente. Tu li guardi dall'alto in basso, dalla prospettiva della vittoria di Cristo, non viceversa.
Poiché la tua vera vita è nascosta in Cristo e la tua posizione è celeste, il tuo corpo e le tue azioni terrene devono riflettere la tua origine (Colossesi 3:5-17).
Svestirsi del "Vecchio Uomo" (La Mortificazione)
“Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.” Colossesi 3:5
La parola chiave qui è "Fate morire" (o "mortificate"). Non è che tu stai cercando di morire (quello l'ha fatto Cristo per te), ma che devi applicare la morte di Cristo a quelle parti della tua vita che derivano dalla vecchia natura.
La vittoria sul peccato non inizia con uno sforzo di volontà, ma con il riconoscere che la radice del peccato è già stata recisa nella tua unione con Cristo. Tu agisci sulla base del fatto che sei già morto al peccato (Romani 6:11). L'immoralità, l'avidità, l'ira e la malizia sono i vestiti sporchi di un uomo che non esiste più. Buttali via!
Rivestirsi del "Nuovo Uomo" (La Manifestazione)
“Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.” Colossesi 3:12
Il credente è chiamato a rivestirsi di virtù che sono manifestazioni pratiche della vita di Cristo. Queste non sono qualità che conquistiamo, ma abiti che indossiamo perché corrispondono alla nostra nuova natura.
La Nuova Condotta: Camminare in Novità (Romani 6:4, 12-14) La nostra resurrezione spirituale con Cristo è stata finalizzata a un solo obiettivo pratico:
"...affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti... così anche noi camminassimo in novità di vita.” Romani 6:4
Il "camminare" è la tua condotta quotidiana. Una vita "nuova" (kainot) significa una vita di qualità, essenza e potere totalmente nuovi.
Non Lasciare Regnare il Peccato (Romani 6:12): Non permettere al peccato di usare le tue membra. Il peccato non ha più il diritto legale di regnare sulla tua vita (perché sei in Cristo), ma può regnare solo se gli concedi il trono nella tua mente e nel tuo corpo.
Offri le Tue Membra a Dio (Romani 6:13): Presenta te stesso a Dio come uno che è vivente dai morti (la tua nuova posizione), e offri le tue membra (mani, occhi, lingua) come strumenti di giustizia.
Vivere la posizione celeste significa credere così fermamente che sei seduto nei luoghi celesti da rendere le realtà terrene (peccato, preoccupazioni, paura, ansia) irrilevanti o secondarie rispetto alla tua vita nascosta in Cristo. La vita pratica del credente è la manifestazione sulla terra della vittoria che è già stata ottenuta in cielo.
Infine, lo Spirito Santo è la potenza che attualizza la nostra posizione celeste nella realtà terrena. È Lui che rende vero, nel quotidiano, che ciò che è vero per Gesù è vero anche per noi.
L’autorità di Cristo opera attraverso di noi.
La manifestazione dell'autorità di Cristo in noi si articola principalmente attraverso tre aspetti dell'opera dello Spirito Santo: il Frutto, i Doni e la Guida.
Autorità attraverso il Frutto dello Spirito: Carattere e Dominio di Sé
Il Frutto dello Spirito (Galati 5:22-23) non è una serie di buoni comportamenti che cerchiamo di imitare, ma la natura intrinseca di Cristo che si manifesta in noi. Questo è l'esercizio dell'autorità più profondo, perché l'autorità spirituale è sempre fondata sul carattere.
Se manchi di dominio di sè, non puoi esercitare alcuna autorità spirituale efficace. Il Frutto dello Spirito stabilisce il terreno spirituale necessario per i Doni.
Mentre il Frutto riguarda chi sei, i Doni (1 Corinzi 12:7-11; Romani 12:6-8) riguardano ciò che fai per il Corpo di Cristo e per il mondo. Essi sono le manifestazioni dello Spirito per il bene comune, un'applicazione diretta dell'autorità di Cristo attraverso il Suo Corpo.
L'autorità delegata da Gesù è accompagnata dai segni (i Doni) per confermare la Sua Parola, esattamente come faceva Lui.
L'autorità si esercita al meglio quando siamo nel posto giusto al momento giusto, agendo secondo la volontà di Dio. Lo Spirito Santo è il Paràclito, Colui che guida (Giovanni 16:13):
Guida Strategica: Lo Spirito ci indirizza nella preghiera e nella missione, come fece con Paolo, a volte vietandogli di andare in certi luoghi e indirizzandolo altrove (Atti 16:6-10). Esercitare l'autorità significa agire in perfetta sottomissione alla direzione di Dio.
Potenza nella Testimonianza: Lo Spirito Santo ci riveste di potenza per la missione (Atti 1:8). La testimonianza con l'autorità di Cristo non è solo dire parole, ma liberare la potenza di Dio che convince i cuori del mondo e compie le opere di Dio (Giovanni 16:8).
Discernimento: Lo Spirito ci aiuta a discernere i principati e le potestà che ci circondano. Questo ci permette di combattere la battaglia spirituale nel modo giusto, con la giusta armatura e contro il vero nemico (Efesini 6:12).
In sintesi, la nostra autorità in Cristo non è un titolo vuoto e nemmeno qualcosa da esercitare sui nostri simili, ma una realtà dinamica che si manifesta ogni giorno grazie all'opera dello Spirito Santo: Egli modella il nostro carattere (Frutto), attiva la nostra missione (Doni) e dirige la nostra azione (Guida).
Conclusione:
Il cuore della fede cristiana non risiede solo in ciò che Gesù ha fatto per noi (la Redenzione), ma in ciò che Egli è diventato in noi. L’affermazione, "Tutto ciò che è vero per Gesù è vero anche per noi", è la sintesi più potente della nostra vita in Cristo.
Questa verità è garantita da due pilastri biblici inseparabili:
Lui è in noi: La presenza dello Spirito Santo nel credente rende Cristo una realtà interiore (Colossesi 1:27). Cristo non è un modello da imitare, ma la vita stessa che pulsa nel tuo spirito. La Sua saggezza è la tua saggezza; la Sua forza è la tua forza; la Sua vittoria è la tua vittoria.
Noi siamo in Lui: Mediante la fede, siamo stati inseriti nella Sua morte, sepoltura e resurrezione (Romani 6). Questa è la nostra posizione celeste. Siamo stati fatti sedere con Lui nei luoghi celesti (Efesini 2:6).
Perciò, se Lui è:
Risorto, anche tu sei resuscitato a novità di vita.
Giusto, anche tu sei giustificato e reso la giustizia di Dio.
Vincitore su ogni principato e potestà, anche tu sei partecipe della Sua autorità.
Vivere come credente non è sforzarsi di diventare come Cristo, ma credere e manifestare chi siamo già in Cristo. La tua identità e la tua autorità non sono un obiettivo futuro, ma una realtà presente da abbracciare.
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