Il modello di vita cristiana che abbiamo spesso interiorizzato ruota attorno a due assi principali: la vita secolare (famiglia, lavoro, impegni, passioni) e le attività della chiesa (il culto domenicale, le riunioni infrasettimanali, e l'impegno in qualche "servizio"). È un modello ordinato, prevedibile e, diciamocelo, spesso comodo.
Molti credenti trovano la loro realizzazione spirituale dedicandosi con lodevole impegno a ciò che viene definito "la mia chiamata": la manutenzione degli edifici, la gestione della biblioteca, l'accoglienza, il ministero di lode, o ruoli di leadership e predicazione. Senza nulla togliere alla nobiltà e all'utilità di ciascuno di questi servizi — pilastri necessari per il buon funzionamento di ogni comunità — è legittimo, e anzi vitale, porsi la domanda: È davvero tutto qui? Questo modello esaurisce il progetto che il Signore ha lasciato per la Sua Chiesa?
La Risposta del Cristo: Un Movimento Costante
Ciò che salta agli occhi, analizzando il ministero di Gesù e le Sue istruzioni finali, è la totale assenza di staticità. L'essenza della vita che Egli ci ha chiamato a vivere è dinamica, espansiva e orientata verso l'esterno.
Il filo conduttore che unisce i Suoi comandi più cruciali è un verbo di movimento: "Andate!"
Gesù non ha mai contemplato una Chiesa confinata tra quattro mura, un'istituzione autoreferenziale impegnata primariamente a gestire se stessa. Al contrario, in ogni discorso formativo e in ogni mandato operativo, Egli ha impresso un'energia di movimento irrinunciabile. La vita cristiana non può essere un lago tranquillo, ma una fonte zampillante che non può essere otturata e che deve necessariamente riversarsi ovunque.
La vera vita cristiana, in definitiva, non è tale se è incentrata su noi stessi o sul nostro piccolo circolo religioso. Essa è autentica e piena solo quando viene condivisa con il mondo "perduto" che ci circonda.
L'Imperativo di Andare
L'imperativo di "andare" non è un'opzione, ma la definizione stessa della missione della Chiesa. Vediamo come questo si manifesta nelle parole di Gesù:
1. L'Addestramento Intensivo e l'Invio
Dopo un periodo di formazione intensa, Gesù stabilisce il precedente operativo inviando i Suoi discepoli sul campo:
Matteo 10:7-8: "Andate e predicate, dicendo: 'Il regno dei cieli è vicino'. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date."
Qui, l'attività di servizio (guarire, scacciare) non è fine a se stessa; è l'attestazione del messaggio che devono predicare. Il servizio si fonde con la missione.
2. L'Allargamento della Base Missionaria
Non si ferma ai soli Dodici. Più tardi, Gesù allarga il raggio d'azione, inviando un gruppo più numeroso, il che suggerisce che la missione non è limitata a pochi leader designati:
Luca 10:3-6: "Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate borsa, né sacca, né sandali, e non salutate alcuno per via...'
L'invio dei Settanta dimostra che ogni discepolo addestrato è un potenziale missionario. Vengono inviati con istruzioni che richiedono fiducia totale in Dio e un focus radicale sul messaggio di pace del Regno.
3. Il Mandato perenne e Urgente
Anche dopo l'ascensione di Cristo, questo imperativo non si attenua. Gli apostoli ricevono un ordine inequivocabile:
Atti 1:8 «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all'estremità della terra».
Atti 5:20: «Andate, presentatevi nel tempio e annunziate al popolo tutte le parole di questa vita».
Il messaggio è chiaro: la Chiesa non deve sussurrare la Verità al chiuso. Deve andare dove si trova la gente (il tempio, il luogo pubblico) e proclamare apertamente il messaggio che porta la vita.
4. La Missione Globale
Infine, il mandato culmina con la Grande Commissione, l'istruzione universale e definitiva di Gesù, che spazza via ogni ipotesi di staticità:
Marco 16:15: «Poi disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo a ogni creatura»
Matteo 28:18-19: «Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli...»
Questo non è un suggerimento, ma l'asse portante dell'esistenza della Chiesa. L'autorità suprema di Gesù ("Ogni potestà mi è stata data...") è il fondamento della nostra marcia. Andiamo perché Egli ha l'autorità, e andiamo per fare discepoli, non solo per celebrare riti o gestire infrastrutture.
Riscoprire la Vocazione: Dall'Interno all'Esterno
Ciò che emerge è una ridefinizione della nostra "chiamata". Le attività interne alla chiesa (pulizia, lode, accoglienza) sono importanti come supporto logistico, ma non devono mai diventare la destinazione finale della nostra vocazione. Sono la preparazione e la base operativa per l'attività primaria: Andare.
Quando Gesù dice "Andate dunque agli incroci delle strade e chiamate alle nozze chiunque troverete" (Matteo 22:9), Egli ci ricorda che la festa è pronta, ma i posti a sedere non sono destinati solo a chi è già all'interno. La vera urgenza è rivolta agli incroci, dove si incontrano i bisogni e la disperazione del mondo.
La vita di fede non è l'accumulo di conoscenze o la pura gestione dei servizi ecclesiastici; è l'irradiazione della luce di Cristo. Se la nostra vita non è dinamica, se non è in costante movimento verso i perduti, stiamo trasformando una fonte di acqua viva in una cisterna stagnante. La nostra vocazione non è solo essere la Chiesa, ma fare la missione. E per fare la missione, dobbiamo Andare!
Sfatare il Mito: L'Evangelizzazione è Funzione di Ogni Membro
È profondamente radicata in molte comunità l'idea, spesso non dichiarata ma operativamente evidente, che il dinamismo missionario sia una responsabilità delegabile. Si crede comunemente che esistano figure di spicco — pastori, evangelisti designati, o missionari a tempo pieno — il cui compito primario è quello di "andare" e portare a termine l'evangelizzazione. Di conseguenza, tutti gli altri membri della comunità assumono un ruolo di supporto logistico o finanziario, girando essenzialmente attorno a queste figure centrali.
Questa prospettiva, per quanto rassicurante e ordinata, è una profonda distorsione del modello biblico del Corpo di Cristo.
La Bibbia presenta la Chiesa non come una piramide con pochi specialisti in cima, ma come un organismo vivente e interconnesso (1 Corinzi 12). Ogni membro, senza distinzione, è un componente vitale e ha una funzione essenziale. Se è vero che Dio ha donato alla Chiesa doni specifici (apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori - Efesini 4:11), questi non sono stati dati per compiere loro stessi l'intera opera. Sono stati dati "per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero".
L'evangelista di professione ha il compito di equipaggiare gli evangelizzatori (cioè tutti i credenti).
L'imperativo "Andate e fate discepoli" non fu rivolto solo ai Dodici, ma, nel Suo mandato finale, all'intera comunità dei credenti radunata. L'evangelizzazione non è un "dono" speciale riservato, ma la funzione respiratoria del credente. Così come i polmoni di un corpo lavorano costantemente per ossigenare il sistema, ogni cristiano deve costantemente portare l'ossigeno del Vangelo nel mondo in cui vive: nel proprio lavoro, nel vicinato, tra gli amici, negli hobby.
Tutti, indistintamente, devono essere evangelizzatori, nessuno escluso.
Quando deleghiamo la missione ai "professionisti", limitiamo drasticamente l'impatto di Dio nel mondo e trasformiamo un esercito mobilitato in un club di spettatori. La nostra chiamata non è quella di orbitare intorno a un'attività, ma di essere noi stessi il centro di espansione del Vangelo nel nostro specifico campo d'azione.
Il Consolatore Dinamico: Il Progetto Non Si È Perso
Abbiamo stabilito che la vocazione della Chiesa è "Andare". Purtroppo, questo dinamismo travolgente, che fu il segno distintivo della Chiesa primitiva, è stato spesso soffocato, spento o deviato dalle incrostazioni delle tradizioni religiose e da una mentalità orientata alla mera conservazione. L'istituzione ha spesso preso il sopravvento sul movimento.
Ma la buona notizia è questa: Gesù Cristo non ci ha lasciato inermi o sprovvisti di ammaestramento.
Al contrario, Egli ha garantito la continuità e l'attualità del Suo progetto attraverso il dono più potente che potesse farci: lo Spirito Santo. L'opera di Cristo non è un ricordo del passato, ma una forza viva e continua che opera in noi oggi.
Lo Spirito Santo: Il Ripetitore del Mandato
Quando Gesù annuncia l'arrivo dello Spirito Santo, Egli lo fa con uno scopo preciso, un ruolo che è intrinsecamente legato a mantenere la Chiesa sul binario della Sua missione:
Giovanni 14:26: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto."
Il Consolatore, l'Altro Paracleto, non è venuto per inventare una nuova religione o dare nuove istruzioni radicalmente divergenti. Il Suo compito primario è quello di ricordarci tutto ciò che Gesù ha detto e di insegnarci tutto ciò che Lui ha insegnato.
Questo rende le parole e il modus operandi di Cristo non solo rilevanti, ma vivi e operanti in noi, come se Gesù fosse fisicamente presente al nostro fianco. C'è di più: ora è addirittura meglio, perché lo Spirito del Cristo risorto vive dentro di noi.
L'azione dello Spirito è dunque una garanzia che la volontà di Cristo—inclusa la Sua volontà che la Chiesa si muova e vada—non possa mai invecchiare o essere archiviata.
La Gloria di Cristo e la Guida Missionaria
Lo Spirito non solo ci ricorda, ma ci guida. E in questa guida, c'è un filtro cruciale che non possiamo ignorare:
Giovanni 16:13-14: "Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà."
Lo scopo supremo dello Spirito Santo è glorificare Gesù. Lo fa prendendo ciò che è di Cristo (i Suoi insegnamenti, i Suoi mandati, la Sua natura) e trasmettendolo a noi affinché lo comprendiamo e lo pratichiamo.
Cosa significa questo in termini pratici?
Significa che tutto ciò che Gesù insegnò ai Suoi discepoli, inclusa la modalità con cui li mandò ("Andate!"), viene replicato e attualizzato per noi oggi. Questa è la Sua volontà; questo è il Suo progetto che non è mai cambiato: Lui vuole che tutto il mondo sia salvato.
La Grande Responsabilità
Questa consapevolezza ci pone di fronte a una responsabilità monumentale.
Là fuori il mondo è pieno di perduti. Sono anime con un destino eterno, che senza l'intervento attivo e dinamico della Chiesa, camminano verso l'inferno. Se la Chiesa si rinchiude in se stessa, concentrando le sue energie e le sue risorse solo nel mantenimento dei riti e delle strutture, quelle persone moriranno all'inferno. Non è un'esagerazione teologica; è una dura e tremenda realtà spirituale.
Questa è la nostra grande responsabilità.
Il Discernimento dello Spirito
Ecco perché dobbiamo esercitare un discernimento acuto su ciò che sentiamo dire, specialmente l'espressione: "Lo Spirito mi ha guidato in questo o quello."
Dobbiamo chiederci con saggezza:
Glorificazione: Questa presunta "guida" glorifica Gesù?
Continuità: Sta prendendo del Suo (del Suo insegnamento, del Suo Vangelo, dei Suoi mandati) o sta dicendo qualcosa di completamente nuovo o irrilevante per la missione?
Movimento: Questa "guida" ti sta tenendo fermo in un luogo sicuro e comodo, o ti manda verso i perduti?
Se una "guida" tiene il credente immobile e incentrato solo sul proprio benessere spirituale o sulla gestione interna della chiesa, è imperativo domandarsi se si tratta davvero dello Spirito Santo o, piuttosto, dei nostri desideri di comodità e della nostra resistenza al mandato di Cristo.
La Pienezza per l'Espansione
Il fondamento del nostro potere è assoluto:
Matteo 28:18-19: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli..."
Noi abbiamo l'autorità di Cristo per agire. E in quella stessa autorità abbiamo ricevuto la pienezza:
Colossesi 2:10: "E voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà."
Tutta questa pienezza, questa autorità, questa vita dello Spirito, non ci è stata data per stare chiusi tra quattro mura a compiacerci di noi stessi. Ci è stata data per Andare, per irrompere nel mondo e per compiere il progetto originale del Re: stabilire il Suo dominio attraverso la salvezza. La Chiesa è piena dello Spirito per essere svuotata in missione!
Conclusione
È fondamentale stabilire un punto di equilibrio, un chiarimento necessario per l'azione:
Non è sbagliato occuparsi delle attività e dei servizi interni alla propria comunità. Non è sbagliato avere cura dei locali, organizzare l'accoglienza, dedicarsi alla lode, o curare la formazione. Anzi, questi servizi sono atti di amore e obbedienza che contribuiscono a creare un ambiente sano, funzionale e forte. La Chiesa ha bisogno di stabilità, ordine e cura interna per sopravvivere.
Tuttavia, queste attività interne non sono il fine ultimo della nostra esistenza; sono la base operativa.
La Priorità Invertita: Più Fuori che Dentro
Dobbiamo riconoscere onestamente che le tradizioni religiose moderne hanno spesso portato a una priorità invertita: la maggior parte delle nostre energie, tempo e risorse economiche sono spese per i "credenti di dentro" e per la gestione delle nostre strutture.
La vera sfida, la rottura con la staticità, consiste nel ristabilire la priorità di Cristo: il destino dei perduti.
Ogni credente, individualmente e collettivamente, deve avere come priorità assoluta ciò che succede fuori dalle mura della chiesa. Dobbiamo adoperarci, con l'autorità del Cristo e sotto la guida saggia e dinamica dello Spirito Santo, per essere usati primariamente nel mondo secolare.
Se analizziamo i nostri investimenti di tempo e di denaro, dovremmo chiederci: Stiamo spendendo molto più tempo ed energie per quelli di fuori che per quelli di dentro?
Se la risposta è no, stiamo limitando il progetto di Dio.
La Funzione Vitale della Comunità: Il Modello del Movimento
Ecco, quindi, la vera funzione della Chiesa, che agisce come un organismo, non come un mausoleo.
Formazione e Potenziamento: Ciò che succede dentro è utile per rafforzarci, equipaggiarci e istruirci – in sintesi, per prepararci a resistere e a servire fuori.
Accoglienza e Ammaestramento: La comunità è il luogo in cui accogliamo coloro che sono stati raggiunti e salvati fuori. È il luogo dove li ammaestriamo ("fate discepoli") in ogni cosa che Cristo ha comandato.
Il Mandato a Moltiplicare: La fase finale, e cruciale, è quella di mandare a loro volta i nuovi discepoli, trasformando i consumatori spirituali in produttori missionari.
Questo ciclo continuo è la vera e unica funzione della Chiesa di Cristo sulla Terra: preparare, lanciare, raccogliere, formare e lanciare di nuovo.
Il Progetto Originale e la Moltiplicazione
Il progetto divino per l'umanità, fin dal principio, fu un progetto di espansione e dominio benevolo. Lo vediamo nel primo comando dato all'uomo:
Genesi 1:28: "Dio disse loro: «Siate fruttiferi e moltiplicatevi; riempite la terra, soggiogatela e dominate...»"
La chiesa, come il "nuovo Adamo" che è in Cristo, è chiamata a manifestare questo stesso principio:
Essere fruttiferi (crescita spirituale interiore e manifestazione del carattere di Cristo).
Moltiplicarsi (espansione numerica e geografica attraverso la missione).
Se la nostra priorità è solo l'edificazione dei credenti già esistenti (il "fruttificare"), ma non l'espansione e la conquista del territorio (il "moltiplicarsi e soggiogare"), stiamo agendo contro il progetto originario di Dio.
La vocazione della Chiesa è irrefrenabile, energica e rivoluzionaria. La grazia ci ha riscattati affinché potessimo riprendere l'autorità perduta e, guidati dallo Spirito, andare, moltiplicare e dominare spiritualmente ogni campo della società, stabilendo il Regno di Dio sulla Terra.
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