Partiamo dal comando potente e diretto di Gesù in Marco 11:22: "Allora Gesù, rispondendo, disse loro: Abbiate la fede di Dio!".
Questo non è un suggerimento o un'opzione; è un imperativo categorico. Gesù non dice semplicemente "Abbiate fede in Dio" (che è comunque fondamentale e un presupposto), ma "Abbiate la fede di Dio". Questa distinzione linguistica è vitale.
A questo punto però devo spiegare una cosa: la traduzione biblica che uso io è La Nuova Diodati, ma so che altre traduzioni hanno scelto di tradurre questa frase in: Abbiate fede in Dio.
Per comprendere questa differenza di traduzioni il punto di partenza è il testo greco originale di Marco 11:22, che recita: ἔχετε πίστιν θεοῦ (echete pistin Theou).
La differenza tra "la fede di Dio" e "fede in Dio" non è solo una sfumatura, ma un concetto teologico fondamentale.
L'espressione chiave è πίστιν θεοῦ (pistin Theou). In greco, la parola Theou è il genitivo del sostantivo Theos (Dio). Il genitivo può esprimere diversi concetti:
Genitivo Soggettivo: In questo caso, il genitivo indica la persona che compie l'azione. Se traduciamo il genitivo in questo modo, l'espressione significa "la fede che Dio ha" o "la fede che proviene da Dio". Questa interpretazione porta alla traduzione "la fede di Dio".
Genitivo Oggettivo: In questo caso, il genitivo indica l'oggetto su cui l'azione è diretta. Se traduciamo il genitivo in questo modo, l'espressione significa "fede che ha Dio come suo oggetto", cioè "fede in Dio". Questa interpretazione porta alla traduzione "fede in Dio".
La Differenza Sostanziale
La scelta tra queste due traduzioni ha un impatto enorme sul significato teologico del versetto.
"Fede in Dio" (Genitivo Oggettivo): Questa è la traduzione più comune nella maggior parte delle versioni moderne della Bibbia. Sottolinea la necessità della fede dell'uomo in Dio. L'enfasi è posta sulla nostra fiducia, sulla nostra dipendenza e sull'atto di credere in Dio per compiere cose potenti, come spostare le montagne. In questo senso, Gesù sta dicendo: "Abbiate fiducia in Dio".
"La Fede di Dio" (Genitivo Soggettivo): Questa traduzione, sebbene meno frequente, è sostenuta da molti studiosi che la considerano più fedele alla struttura greca e al contesto più ampio del Nuovo Testamento. Questa interpretazione suggerisce che non è la nostra fede, per quanto grande, a compiere l'impossibile, ma la fede di Dio che opera attraverso di noi. In altre parole, è la stessa fede che Cristo ha avuto, e che viene concessa a noi come un dono. L'enfasi non è sull'abilità umana, ma sulla natura di Dio in noi che rende possibile ogni cosa. Questa lettura collega l'invito di Gesù a "avere la fede di Dio", una fede perfetta e senza limiti, che è l'unica in grado di compiere l'impossibile.
La differenza, quindi, è tra una fede che l'uomo deve esercitare verso Dio e una fede che proviene da Dio e che l'uomo riceve e manifesta. Entrambe le interpretazioni hanno una base solida, ma la comprensione del genitivo soggettivo è supportata da altri passi paolini, dove l'espressione "fede di Gesù Cristo" è spesso interpretata come la fede di Cristo stesso, piuttosto che la nostra fede in lui.
L'espressione "la fede di Dio" o "la fede del Figlio di Dio" (come in Galati 2:20, "la vivo nella fede del Figlio di Dio" oppure Romani 3:26 ‘la fede di Gesù’) punta a qualcosa di più di una semplice fiducia umana rivolta verso Dio. Suggerisce una fede che ha le sue radici, la sua origine e la sua qualità in Dio stesso. È il tipo di fede con cui Dio opera, il principio con cui Egli chiama all'esistenza le cose che non sono (Romani 4:17).
Questa Fede è un Dono Divino
In Romani 12:3 leggiamo: ("secondo la misura della fede che Dio ha distribuita a ciascuno") ed Efesini 2:8 ("voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio"), questa fede non è qualcosa che generiamo da soli con sforzo o volontà umana. È un dono sovrano di Dio, una capacità spirituale che ci viene impartita al momento della nuova nascita, quando ci viene rivelato Cristo.
Non è della quantità di questa fede di cui dobbiamo preoccuparci, ma la qualità e la sorgente che la rendono infinitamente potente. Come l'esempio del granello di senape in Marco 11:23 dimostra, anche una piccola misura di questa fede divina può spostare montagne (o sradicare sicomori! Luca 17:6).
L'Evidenza Primaria della Fede di Dio in Noi: La Salvezza
La prova più lampante che abbiamo ricevuto e usato questa fede di Dio quindi, si trova nella nostra esperienza di salvezza.
Consideriamo Galati 3:23: "Ora, prima che venisse la fede noi eravamo custoditi sotto la legge, come rinchiusi, in attesa della fede che doveva essere rivelata". Questa fede, pienamente rivelata in Cristo, ci è stata data per un proposito specifico: per credere nell'invisibile, per accogliere la realtà spirituale.
Quando abbiamo creduto in Cristo, abbiamo creduto in qualcuno che non avevamo mai visto fisicamente. Abbiamo creduto che i nostri peccati erano perdonati basandoci sulla Sua Parola e sul sacrificio alla croce, senza vedere la croce e nemmeno il perdono stesso. Abbiamo creduto nella resurrezione, nella promessa del cielo, nel fatto che siamo seduti con Lui nei luoghi celesti (Efesini 2:6), tutto questo prima di qualsiasi evidenza sensoriale. Questa è stata la "fede di Dio" che ha operato in noi, permettendoci di afferrare le realtà spirituali e invisibili. È stato il principio del credere prima di vedere.
Il Conflitto: La Fede di Dio Contro l'Incredulità Umana
Qui risiede la sfida! Se abbiamo usato con successo questa potente fede di Dio per ricevere il "pacchetto completo" della salvezza (che include guarigione, liberazione, prosperità spirituale, protezione - tutti benefici dell'opera di Cristo), perché spesso lottiamo per vederli manifestati nella nostra esperienza terrena?
La risposta sta nella dinamica in conflitto tra la fede divina che ci è stata donata e l'incredulità (o il dubbio) che deriva dalla nostra natura umana, influenzata dal mondo e dalla focalizzazione sui sensi fisici.
L'incredulità è l'antitesi della fede. Mentre la fede si fonda sulla Parola di Dio e crede in ciò che non vede ancora (Ebrei 11:1), l'incredulità è schiava delle circostanze, dei sentimenti, delle esperienze passate, delle opinioni umane e, soprattutto, della necessità di vedere o sentire per credere (Giovanni 20:25 l'esempio emblematico di Tommaso). È il "cuore malvagio d'incredulità" menzionato in Ebrei 3:12, che ci allontana dal Dio vivente.
Come l'Incredulità Neutralizza la Fede di Dio
Il problema non è che la fede di Dio ci venga tolta dopo la salvezza (Giuda 3); essa rimane in noi come un seme potente, una capacità divina. Il problema è che l'incredulità la "sovrasta", la "tiene latente", le impedisce di emergere e di agire.
È come avere un motore potentissimo (la fede di Dio) ma tenere premuto il freno a mano (l'incredulità). Il motore c'è, la potenza c'è, ma non può muovere il veicolo perché è ostacolato.
Nel caso della guarigione, per esempio, noi crediamo teoricamente o dottrinalmente che "per le sue lividure siamo stati guariti" (Isaia 53:5, 1 Pietro 2:24). Questo è un fatto stabilito dalla Parola di Dio. La fede di Dio in noi è pronta ad afferrare questa realtà.
Tuttavia, l'incredulità interviene e dice: "Ma io sento dolore", "I sintomi non sono cambiati", "Il dottore ha detto...", "Ho pregato e non è successo nulla l'ultima volta".
Queste voci dell'incredulità, se ascoltate, neutralizzano l'efficacia della fede di Dio che risiede nel nostro spirito. Ci fanno tornare al principio di "vedere per credere", lo stesso principio sotto cui viveva il mondo prima che la fede fosse rivelata in Cristo.
Attivare la Fede di Dio: Scegliere di Credere all'Invisibile
Allora, come facciamo a permettere alla fede di Dio di operare pienamente in noi e di manifestare le promesse?
• Riconoscere che la possediamo: Primo passo è la consapevolezza. Non dobbiamo chiedere più fede come se non l'avessimo; dobbiamo riconoscere e affermare che la fede di Dio ci è stata data in Cristo.
• Nutrirla con la Parola: La fede viene dall'ascolto della Parola di Dio (Romani 10:17). Più immergiamo la nostra mente e il nostro cuore nelle verità e nelle promesse di Dio, più nutriamo la fede e indeboliamo l'incredulità.
• Scegliere Attivamente di Credere: Dobbiamo fare una scelta deliberata e continua di credere a ciò che Dio dice nella Sua Parola al di sopra di ciò che i sensi o le circostanze suggeriscono. Questo è l'esercizio della "fede di Dio". È agire come se le promesse fossero già realtà, basandoci sulla certezza che Dio non mente e che la Sua Parola è efficace.
• Resistere all'Incredulità: Dobbiamo identificare e respingere attivamente i pensieri di dubbio e paura. Non dobbiamo permettere all'incredulità di mettere radici o di influenzare le nostre parole e azioni.
La nostra capacità di vivere nel mondo spirituale
Spesso pensiamo alla fede come alla nostra capacità di credere in Dio. E questo è vero, la fede è essenziale per la nostra salvezza e relazione con Lui. Tuttavia, la Parola di Dio rivela un concetto ancora più profondo e potente: la "fede di Dio" (o "fede di Gesù Cristo" in alcuni contesti biblici), una capacità divina che ci è stata effettivamente donata quando siamo diventati nuove creature in Cristo.
Questa "fede di Dio" non è qualcosa che dobbiamo sforzarci di produrre da noi stessi; è una qualità intrinseca del regno spirituale che ci è stata impiantata. È la capacità di funzionare secondo i principi divini, di afferrare le realtà invisibili rivelate nella Scrittura come più vere di quelle che percepiamo con i sensi, e di manifestare tali realtà nella nostra vita e nel mondo attorno a noi.
L'incredulità è l'ostacolo principale, un principio opposto che ci lega al regno sensoriale e impedisce a questa potente fede di portare frutto. Il nostro cammino di crescita consiste nell'imparare a camminare costantemente "per fede e non per visione" (2 Corinzi 5:7), permettendo alla fede di Dio che è in noi di dominare sull'incredulità e di manifestare in ogni area della nostra vita la pienezza della salvezza ottenuta per noi da Cristo.
Dunque, la prima cosa in assoluto che dobbiamo mettere in pratica è credere con tutto il cuore che abbiamo in noi la fede di Dio, parliamo a noi stessi e diciamo: Hai la fede di Dio, puoi spostare le montagne! Vai! Muoviti! Puoi farlo!
La fede di Dio che ci è stata donata è costata tutto il sangue di Cristo! È preziosa, potente ed è l’unico strumento che ci permette di portare davvero il regno di Dio sulla terra, e ci è stata donata, non dobbiamo fare sforzi per tirarla fuori è già lì pronta, dobbiamo solo prendere vera consapevolezza di questo.
Giuda 20-21 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sulla vostra santissima fede, pregando nello Spirito Santo, 21 conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, in vista della vita eterna.
Giuda parla della "vostra santissima fede". Questa è proprio la fede di Dio che ci è stata donata; è nostra per grazia. Il versetto non dice di cercare di ottenere più fede, ma di edificarci su quella che abbiamo già. E il metodo per farlo è pregare nello Spirito Santo.
Cosa significa pregare nello Spirito Santo in questo contesto? Significa permettere allo Spirito di Dio, che dimora in noi, di guidare la nostra preghiera. Questo può avvenire pregando in lingue (come descritto in 1 Corinzi 14), o semplicemente pregando in unione con il cuore e la volontà di Dio, permettendo allo Spirito di ispirare le nostre parole e i nostri pensieri secondo la Sua perfetta conoscenza e i Suoi scopi. Quando preghiamo in questo modo, lo Spirito Santo non solo intercede per noi secondo la volontà di Dio (Romani 8:26-27), ma rinforza, attiva ed edifica la nostra fede interiore.
È costruire su un fondamento solido; pregare nello Spirito rende la nostra fede di Dio il terreno stabile su cui costruiamo ogni aspetto della nostra vita, dalle decisioni quotidiane alle sfide più grandi, mentre viviamo nell'amore di Dio e attendiamo il ritorno del Signore.
Comprendere e mettere in pratica questa verità – che la fede di Dio in noi è il fondamento e che possiamo edificare noi stessi su di essa pregando nello Spirito Santo – ha un potenziale trasformativo immenso. Quando questa realtà scende dalla testa al cuore e diventa la nostra prospettiva dominante, la nostra vita non può fare altro che cambiare.
Inizieremo a vedere la potenza di Dio manifestarsi non solo per noi, ma anche attraverso noi, portando benedizione e cambiamento nel mondo che ci circonda.
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