Passa ai contenuti principali

La Lezione di Simone il Mago

 

La Fede e la Falsa Moneta degli Sforzi Umani

Il passo di Atti 8:18-19 ci introduce a una figura enigmatica: Simone il Mago. Dopo essere rimasto impressionato dalla potenza degli apostoli Pietro e Giovanni, che con l'imposizione delle mani donavano lo Spirito Santo, Simone fece una proposta sorprendente: "Date anche a me questo potere, affinché colui sul quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo".

A prima vista, il desiderio di Simone di possedere un tale "potere" non sembra di per sé riprovevole. La Scrittura ci esorta a desiderare ardentemente i doni spirituali (1 Corinzi 14:1) e a essere ripieni dello Spirito Santo (Efesi 5:18). Il problema, dunque, non risiedeva nel desiderio del dono, ma nella modalità con cui Simone intendeva ottenerlo.

Il suo errore fatale? Aveva pensato che il dono inestimabile dello Spirito Santo potesse essere acquistato con il denaro.

L'Errore di Simone oggi: Acquistare Dio con i Nostri Sforzi?

Questa vicenda ci spinge a una profonda riflessione: quante volte, nella nostra vita di fede, commettiamo lo stesso errore di Simone, seppur con una moneta diversa dal denaro?

Sì, perché, proprio come Simone, anche noi possiamo cercare di "acquistare" i doni e il favore di Dio con i nostri sforzi umani, con le nostre "buone opere" o con una serie di pratiche religiose.

Pensiamo a situazioni in cui ci ritroviamo a dire (anche solo mentalmente):

"Devo leggere di più la Bibbia. Devo pregare più a lungo o più intensamente. Farò digiuno per X giorni. Cercherò di essere più gentile con il mio coniuge / i miei colleghi / i vicini. Andrò in chiesa ogni domenica, non salterò mai un culto."

Queste azioni, di per sé, non sono sbagliate. Anzi, la Bibbia incoraggia la lettura della Parola, la preghiera costante, il digiuno, l'amore verso il prossimo e la comunione fraterna. Ma ciò che fa l'assoluta differenza è la motivazione che sottende a queste azioni.

Il problema sorge quando facciamo queste cose con la convinzione implicita che esse possano "aprirci delle porte" o "meritarci il favore di Dio" per ottenere ciò che stiamo chiedendo – sia esso un dono spirituale, una benedizione materiale, o la risposta a una preghiera. In quel momento, stiamo usando i nostri sforzi come una "moneta" per comprare la grazia, esattamente come fece Simone con il suo denaro.

Questa trappola mentale diventa particolarmente evidente nei momenti di prova, come la malattia o la sofferenza. Dopo aver pregato con fede e non aver ricevuto un esaudimento visibile e immediato, quante volte ci siamo tormentati con domande come:

"Cosa devo fare per ottenere la mia guarigione? Cosa non ho fatto che avrebbe meritato la risposta?"

Vedi? In questi interrogativi, l’attenzione si sposta inesorabilmente su di ME, sulle mie mancanze, sui miei sforzi insufficienti, invece di rimanere saldamente su CRISTO e sull'opera compiuta da LUI.

Non c'è denaro, né sforzo umano, né sacrificio personale che possa essere richiesto da Dio per accordarci i Suoi doni. Perché, come dice la parola stessa, sono DONI. Sono espressione della Sua pura grazia, non del nostro merito. Non si comprano, si ricevono.

L'Ombra dell'Orgoglio: Quando il Dono Diventa Vanto Umano

Questo non significa che i nostri sforzi e le nostre buone opere siano irrilevanti. Al contrario! Ma la loro bellezza e il loro valore risiedono nella motivazione che li anima: essi sono graditi a Dio solo se fatti in risposta al sua amore e alla sua grazia, con lo scopo di servirlo e onorarlo, e per amore verso il nostro prossimo per servirlo e onorarlo.

A questo punto, è fondamentale esplorare un'altra sfumatura sottile dell'errore di Simone: non solo il tentativo di acquistare i doni di Dio, ma anche il pericolo di gestirli e presentarli in modo tale da rubare la gloria che spetta solo a Lui.

Alcuni, pur non cercando di "comprare" i doni con denaro o sforzi, cadono nella tentazione di utilizzare i doni spirituali per auto-esaltazione. Si sentono realizzati, persino "migliori" di altri credenti, perché stanno esprimendo un dono visibile o potente. Iniziano a cercare attivamente di attirare a sé le persone, non tanto per condurle a Cristo, quanto perché "usufruiscano del loro dono", quasi fosse un servizio personale erogato.

Un esempio lampante, purtroppo presente in certi contesti, è quello di quei predicatori o ministri riconosciuti come "persone speciali" e "unte" semplicemente perché, quando impongono le mani, le persone guariscono. Si innesca così un circolo vizioso:

Le persone, disperate per la loro condizione, accorrono a "lui" (il presunto guaritore) per ottenere sollievo e guarigione.

Il ministro, dal canto suo, comincia a percepirsi come "il guaritore", la fonte stessa del miracolo, invece di un semplice canale della grazia divina. Vede le folle che si accalcano e si sente, in un certo senso, un "dio" per il potere che esercita. Si diffonde la voce: "Arriva il guaritore!" e lui, nel suo cuore, si convince di esserlo davvero.

Questo atteggiamento, purtroppo, è un tradimento grave:

Ruba la gloria a Dio: Il dono, per quanto potente, non appartiene all'uomo. È un'espressione della sovranità, dalla grazia e della bontà di Dio. Quando l'attenzione si sposta dal Donatore al portatore del dono, Dio viene derubato della Sua legittima gloria. È la Sua potenza che guarisce, la Sua sapienza che si rivela, la Sua grazia che opera. L'uomo è solo uno strumento.

Impedisce la relazione personale con Dio: Le persone che accorrono a "lui" non sono mai stimolate a sviluppare una loro personale, intima relazione con Dio. Non imparano a cercare Cristo per i loro bisogni, ma dipendono costantemente da un intermediario umano. Questo ostacola la loro crescita spirituale e la loro capacità di ricevere essi stessi i doni di Dio direttamente dal Padre, attraverso lo Spirito Santo.

È fondamentale ricordare che è lo Spirito Santo che distribuisce i doni "a ciascuno in particolare come Egli vuole" (1 Corinzi 12:11). I doni non sono un trofeo personale, né un segno di superiorità o un mezzo per auto-promozione. Al contrario:

Il dono spirituale non è qualcosa che ci fa diventare più importanti, più "speciali" o più "unti" degli altri. Siamo tutti parte dello stesso Corpo di Cristo, con diverse funzioni ma pari dignità davanti a Dio.

Il dono è uno strumento che Dio ci affida per servirlo meglio, per edificare la Chiesa, e soprattutto per mostrare agli altri l'amore incondizionato e la cura di Dio per chiunque. Il dono deve puntare a Dio, non a chi lo esercita.

Simone: Un Desiderio Pervertito dalla Vecchia Natura

Per comprendere appieno la profondità dell'errore di Simone, dobbiamo guardare alla sua vita prima di incontrare Filippo e gli apostoli. Atti 8:9-10 ci dice: "Ma prima, in quella città, vi era un uomo di nome Simone, che esercitava la magia e sbalordiva la gente di Samaria, dicendo di essere qualcosa di grande. E tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto dicendo: 'Costui è la grande potenza di Dio!'"

Simone non era un uomo comune. Era un personaggio di grande popolarità e influenza, venerato quasi come una divinità. Aveva costruito la sua identità e il suo valore sull'ammirazione e sull'esaltazione degli altri. Era abituato ad essere il centro dell'attenzione, colui che operava prodigi e meraviglie che lasciavano a bocca aperta. Il suo status, la sua autostima, la sua stessa "ragione d'essere" dipendevano dal riconoscimento e dall'adorazione della folla.

Quando Simone vide gli apostoli operare non solo segni e prodigi (come forse faceva anche lui, seppur con poteri diversi), ma la facoltà di imporre le mani e far ricevere addirittura lo Spirito Santo alle persone, la sua vecchia natura prese il sopravvento. Non era un desiderio puro di servire Dio o di edificare la chiesa. No, il suo desiderio era di aggiungere questo nuovo e straordinario "potere" al suo già imponente arsenale personale. La possibilità di conferire lo Spirito Santo avrebbe portato la sua presunzione e il suo senso di onnipotenza alle stelle. Ecco perché era disposto a pagare qualsiasi cifra: vedeva nel dono di Dio non un atto di grazia, ma una merce preziosa per elevare ulteriormente il proprio status e il proprio ego.

Questo ci rivela una verità scomoda: ci sono persone la cui stessa esistenza, il cui senso di valore e identità, sono così legati all'esaltazione e all'ammirazione degli altri che, senza di essa, si sentirebbero "nessuno". Ritengono che il loro valore risieda in se stessi, nelle loro capacità innate, nelle loro performance o nei doni che possiedono, e non nella grazia di Dio che li ha creati e salvati. Per queste persone, un dono spirituale, invece di essere un mezzo per glorificare Dio, diventa un nuovo trampolino per la propria visibilità e la propria autogratificazione. Il pericolo non è solo l'acquisto con il denaro, ma la perversione del dono a strumento di auto-esaltazione.

Cristo e la Vita Manifesta

Il nostro unico punto di attenzione deve rimanere saldo su Cristo e ciò che Lui ha compiuto per noi sulla croce e nella Sua risurrezione. È lì che troviamo la fonte di ogni dono e di ogni benedizione. Il nostro compito è semplicemente quello di:

Prendere con la mano della fede tutto ciò che Lui ha già preparato e ci ha offerto gratuitamente.

Vivere in questa realtà della Sua grazia e della Sua opera compiuta, riconoscendo che ogni dono, ogni capacità, ogni benedizione proviene solo da Lui.

Manifestare e mostrare al mondo, attraverso una vita umile e dedicata, quell'amore e quella potenza che non provengono da noi, ma unicamente da Lui. Il dono è un megafono per la Sua gloria, non per la nostra.

Mediatori o ambasciatori?

Non siamo chiamati a essere mediatori, ma ambasciatori (2 Corinzi 5:20). La distinzione è cruciale e carica di significato.

Il Mediatore: Colui che Sta Tra

Il termine "mediatore" (dal greco mesites) indica colui che si pone in mezzo tra due parti, in genere distanti o in conflitto, per riconciliarle, intercedere, o rendere possibile un'interazione. Un mediatore è colui che stabilisce il collegamento assente, colma un vuoto, rende possibile ciò che altrimenti non lo sarebbe. Nell'Antico Patto, sacerdoti, profeti, o figure carismatiche avevano questo ruolo per connettere l'uomo a Dio.

Nel contesto del Nuovo Patto, la fede cristiana, esiste un solo, unico e perfetto Mediatore tra Dio e gli uomini: Gesù Cristo.

1 Timoteo 2:5 dichiara inequivocabilmente: "Vi è infatti un solo Dio e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo."

Solo Lui, con il Suo sacrificio sulla croce, ha colmato l'abisso tra un'umanità peccatrice e un Dio santo. Solo Lui ha reso possibile il perdono, la riconciliazione e l'accesso diretto alla presenza di Dio. La Sua opera è completa e sufficiente. Non c'è bisogno di altri "ponti" o "intermediari" umani per raggiungere Dio o per ricevere i Suoi doni.

Quando qualcuno si atteggia a mediatore – come faceva Simone il Mago, o come quei "guaritori" che attirano a sé le folle come unica fonte di benedizione – sta implicitamente negando la sufficienza dell'opera di Cristo. Sta insinuando che, per ottenere qualcosa da Dio, sia necessaria la sua "interposizione" o il suo "potere speciale", al di fuori della relazione diretta che ogni credente può avere con il Padre per mezzo di Gesù. Questo atteggiamento non solo ruba la gloria a Dio, ma, cosa ancora più grave, impedisce alle persone di scoprire la libertà e la pienezza della loro personale relazione con Lui.

L'Ambasciatore: Colui che Rappresenta

Un "ambasciatore" (dal greco presbeuo) è un rappresentante ufficiale di un'autorità superiore, inviato in un territorio straniero o presso un altro potere per comunicare un messaggio, stabilire relazioni e agire per conto del suo sovrano. Un ambasciatore non è il sovrano stesso, né si aspetta onore per sé; tutta la gloria e l'autorità che possiede derivano da chi lo ha inviato.

La Scrittura ci presenta proprio in questi termini la nostra vocazione di credenti:

2 Corinzi 5:20 afferma chiaramente: "Noi dunque siamo ambasciatori di Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio."

La differenza è abissale:

Il Mediatore si interpone per rendere possibile un accesso che altrimenti non esisterebbe. È un ponte.

L'Ambasciatore è già stato abilitato a un accesso diretto e privilegiato, e ora comunica ciò che il suo Signore ha già compiuto. È un messaggero.

Come ambasciatori di Cristo, la nostra funzione non è quella di creare un collegamento tra Dio e l'uomo – quel collegamento è già stato stabilito da Gesù. Il nostro compito è quello di comunicare il messaggio di riconciliazione, di testimoniare l'opera già compiuta da Cristo e di invitare gli altri a entrare direttamente in quella relazione.

Quando i doni spirituali si manifestano attraverso di noi, essi non sono il nostro "potere" o la nostra "specialità", ma sono la dimostrazione tangibile della potenza e dell'amore del nostro Re. Noi siamo solo i veicoli attraverso cui il Suo messaggio e la Sua cura si manifestano.

Vivere da Ambasciatori: Umiltà e Gloria a Dio

Questa comprensione ci libera dalla tentazione di emulare Simone il Mago:

Non cerchiamo di "acquistare" i doni: Essi ci vengono conferiti gratuitamente dallo Spirito Santo, "come Egli vuole", per la nostra specifica missione.

Non cerchiamo la gloria personale: Riconosciamo che ogni guarigione, ogni parola profetica, ogni atto di servizio è un riflesso della gloria di Colui che ci ha inviati. Le persone devono essere attratte da Cristo, non da noi. Il "guaritore" non siamo noi, ma Cristo che opera attraverso di noi.

Promuoviamo la relazione personale: Invece di far dipendere gli altri dalla nostra "unzione", li esortiamo a cercare Dio direttamente, a sviluppare la loro propria intima comunione con Lui, a ricevere essi stessi i doni che lo Spirito distribuisce.

Essere un ambasciatore significa vivere con umiltà, consapevoli che siamo semplici portavoce di un messaggio glorioso. Non c'è spazio per la presunzione o per il sentimento di superiorità. Il nostro valore non risiede in ciò che facciamo o in ciò che possediamo, ma in chi siamo in Cristo e in Colui che rappresentiamo. Questo è il cuore della vera spiritualità evangelica: Cristo è tutto, noi siamo solo i Suoi fedeli messaggeri in un mondo che ha disperatamente bisogno di ascoltare il Suo annuncio di grazia.

Questo e solo questo sarà ciò che cambierà davvero la nostra vita e anche quella di coloro che ci circondano. Non si tratta di fare di più per guadagnare il favore di Dio, né di esibire doni per la nostra gloria personale, ma di vivere pienamente da ciò che ci è stato già donato, riconoscendo sempre la vera Fonte di ogni bene e l'unico degno di ogni lode.

Commenti

Post più popolari

Chi sono

Ciao a tutti e benvenuti su Pilastri della Fede! Sono Nadia Pianalto: nella vita sono moglie, mamma e nonna, ruoli che amo e che hanno arricchito il mio percorso. Ma c'è un altro aspetto della mia vita che mi sta profondamente a cuore e che desidero condividere con voi: la mia continua crescita nel cammino di fede. Sono cresciuta nella Chiesa Cristiana e per decenni ho vissuto la mia fede con grande impegno. Ero attiva nella comunità, seguivo le pratiche tradizionali e credevo sinceramente di dare il meglio. Tutto questo ha gettato le basi per la mia spiritualità e mi ha sostenuto nel mio percorso. Tuttavia, con il tempo, ho capito che c'era qualcosa in più. Pochi anni fa ho avuto una rivelazione profonda: pur amando la Chiesa, mi mancava una relazione personale e diretta con Dio. Questa non è stata una rottura con il passato, ma piuttosto un'evoluzione. Ho scoperto che una relazione con Dio si costruisce principalmente in due modi: Conoscendolo attraverso la Sua Parola, la...

La Fede Preziosa e la Grazia Moltiplicata (Terza Parte)

  2Pietro 1:1-12 Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo: 2 grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù, nostro Signore. 3 Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, 4 attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza. 5 Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6 alla conoscenza l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, 7 alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore...

I Fondamenti della Vita Cristiana

Questo libro, I Fondamenti della Vita Cristiana, basato su Ebrei 6:1-2, è una guida essenziale per chi desidera costruire una fede solida e duratura. Spesso ci sentiamo bloccati, confusi o insicuri nel nostro cammino spirituale. È il momento di approfondire quelle verità che ci permetteranno di crescere, prosperare e vivere una vita piena in Cristo. Attraverso insegnamenti profondi, chiari e pratici, sarai condotto a riscoprire i principi fondamentali che ogni credente dovrebbe conoscere e applicare. Questa guida non ha la pretesa di essere completamente esaustiva, ma vuole offrire uno spunto prezioso e una direzione chiara per il tuo percorso di fede. Preparati a rafforzare le tue radici, a superare gli ostacoli e a sperimentare la pienezza della vita che Dio ha in serbo per te. Puoi acquistare questo libro qui:  https://www.amazon.it/dp/B0FHWL3DBK