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La Fede Preziosa e la Grazia Moltiplicata (Terza Parte)

 

2Pietro 1:1-12

Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo: 2 grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù, nostro Signore.

3 Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, 4 attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza. 5 Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6 alla conoscenza l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, 7 alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore. 8 Perché, se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 9 Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato di essere stato purificato dai suoi vecchi peccati. 10 Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai. 11 Così infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. 12 Perciò non tralascerò di ricordarvi del continuo queste cose, benché le conosciate già e siate saldi nella verità che ora avete. 

Terza parte

Nelle riflessioni precedenti, abbiamo esplorato l'importanza di vivere attivamente la grazia e le benedizioni che ci sono state donate. Ora, approfondiamo la terza parte della nostra analisi, concentrandoci su come la crescita nella fede ci preservi dalla pigrizia spirituale e dalla cecità.

Evitare Pigrizia e Sterilità Spirituale (versetto 8)

Pietro afferma chiaramente che, praticando le virtù che compongono la "scala della fede" (fede, virtù, conoscenza, autocontrollo, perseveranza, pietà, affetto fraterno, amore), non saremo mai trovati pigri o sterili nella conoscenza del Signore Gesù Cristo. Cosa significa questo nella nostra vita quotidiana?

Significa che, quando ci impegniamo attivamente in queste virtù, nasce spontaneamente in noi un profondo desiderio di conoscere sempre più il nostro Signore e la Sua Parola. La Bibbia non diventa un peso o un obbligo, ma la nostra priorità e necessità giornaliera. È un nutrimento indispensabile per la nostra anima, che ci spinge a cercare una relazione più intima con Dio. Questa conoscenza non è solo intellettuale, ma trasformativa, portando frutto nella nostra vita.

La Cecità e la Dimenticanza (versetto 9)

Pietro prosegue con un'affermazione potente e diretta: "Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato di essere stato purificato dai suoi vecchi peccati." Questa non è una frase leggera, ma una verità inequivocabile che ci mette di fronte alla realtà: se non pratichiamo attivamente la scala della fede, siamo spiritualmente ciechi e miopi.

Essere ciechi significa non vedere la verità di Dio e la sua opera nella nostra vita. Essere miopi implica avere una visione limitata, concentrata solo sul presente e sulle nostre immediate necessità, senza una prospettiva eterna. Ma la radice di questa cecità è ancora più profonda: la dimenticanza di essere stati purificati dai nostri vecchi peccati.

Quando dimentichiamo la potenza della redenzione di Cristo e la nostra nuova identità in Lui, c'è il rischio concreto di tornare alla nostra vecchia natura. È un processo pericoloso: perdiamo la consapevolezza di chi siamo in Cristo e, automaticamente, ricadiamo nelle abitudini e nei pensieri che avevamo prima della salvezza. Questo ritorno alla "vecchia natura" è, come sottolinea Pietro, tremendo, perché ci allontana dalla libertà e dalla gioia e da tutte quelle benedizioni che abbiamo trovato in Cristo.

Inoltre, la mancanza di queste virtù ci priva del discernimento spirituale. Non riusciamo a "scegliere le cose eccellenti" (Filippesi 1:10), crediamo di vedere chiaramente quando in realtà siamo spiritualmente ciechi. È un'illusione pericolosa che ci impedisce di vivere pienamente la volontà di Dio.

Rendere Sicura la Vocazione e l'Elezione (versetto 10)

Dopo averci messo di fronte a questa dura realtà, Pietro ci rivolge un accorato invito: "sforzatevi maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione". È fondamentale comprendere che questa affermazione non significa che la nostra elezione o la nostra chiamata siano insicure o traballanti in Dio. Assolutamente no! La nostra salvezza è sicura in Cristo, è opera Sua e non dipende dalle nostre opere o dalla nostra bontà. La chiamata di Dio è stabile, fondata e irrevocabile (Romani 11:29).

Allora, in che modo dobbiamo "renderla sicura"? Dobbiamo renderla sicura in noi stessi, nella nostra consapevolezza. Attraverso la pratica costante della "scala della fede", iniziamo a comprendere con la nostra intelligenza, razionalità e consapevolezza la pienezza della realtà della nostra elezione e chiamata. Non è un'opera di salvezza, ma un processo di appropriazione e realizzazione personale di ciò che Dio ha già fatto per noi.

Praticare queste virtù ci permette di entrare sempre più profondamente nella verità della nostra identità in Cristo. Ci aiuta a vivere una vita che riflette la nostra elezione, non per guadagnarla, ma perché l'abbiamo già ricevuta. È un invito a vivere una fede autentica e a manifestare nella nostra vita la certezza di chi siamo in Dio.

La Promessa di Non Inciampare Mai: Una Vita Senza Errori?

Infine, arriviamo a una delle promesse più straordinarie di 2 Pietro 1:10: "facendo queste cose, non inciamperete mai". Questa affermazione di Pietro potrebbe sembrare, a prima vista, un'utopia, specialmente in un mondo dove il detto "errare è umano" è radicato nella nostra mentalità. Ma Pietro ci offre una prospettiva radicalmente diversa.

Chi di noi non desidererebbe una vita in cui si riescono a evitare gli errori, le scelte sbagliate, le cadute spirituali? La tendenza naturale è pensare che sia impossibile. Siamo così abituati all'idea che l'errore sia inevitabile, che spesso non ci fermiamo nemmeno a considerare se ci sia un'alternativa.

Eppure, Pietro ci sta dicendo che è possibile. Non si tratta di una nuova legge da seguire rigidamente, ma della naturale conseguenza di vivere la nostra nuova vita in Cristo. Quando pratichiamo la fede, la virtù, la conoscenza, l'autocontrollo, la perseveranza, la pietà, l'affetto fraterno e l'amore – non come un elenco di doveri, ma come l'espressione autentica della nostra identità rinnovata grazie all'opera redentrice di Gesù – non inciamperemo mai.

Cosa significa concretamente "non inciampare mai"? Significa che saremo così profondamente sensibili alla guida dello Spirito Santo che dimora in noi, che fare un passo falso richiederà un notevole sforzo intenzionale da parte nostra. Non si tratta di perfezione, ma di una costante sintonizzazione con la volontà di Dio, che ci permette di discernere il Suo cammino e di evitare le trappole del peccato e della pigrizia spirituale. È la promessa di una vita guidata, protetta e sostenuta dalla grazia divina, dove la nostra volontà è sempre più allineata a quella di Dio, portandoci a scelte che onorano Lui e portano frutto nella nostra vita.

Hai mai riflettuto su come la tua pratica quotidiana della fede influenzi la tua percezione della tua vocazione e elezione? 

Un Ingresso Ampio nel Regno Eterno: Non Salvezza, ma Ricompensa

L'ultima parte di questa potente promessa in 2 Pietro 1:11, "Così infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo", è cruciale e spesso fraintesa. È fondamentale chiarire che non si sta parlando della salvezza. La nostra salvezza è un dono irrevocabile che ci è stato dato grazie alla perfezione di Cristo, al Suo adempimento di tutta la legge al posto nostro. È l'unico motivo per cui siamo stati salvati: abbiamo accettato con fede il Suo sacrificio, consapevoli della nostra totale incapacità di riconciliarci con Dio. La nostra salvezza è sicura, stabile e completa in Cristo.

Allora, cosa significa "ampio ingresso nel regno eterno"? Riguarda la qualità del nostro ingresso, non il fatto di entrarvi o meno. Si collega direttamente al nostro impegno a "rendere sicura la nostra elezione e vocazione" attraverso la pratica della scala della fede, di cui abbiamo già ampiamente spiegato.

Eredi del Regno e la Sua Natura

Come afferma Matteo 25:34, noi, i benedetti del Padre, siamo chiamati a "ereditare il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo". Avendo ricevuto la salvezza mediante la fede, siamo già eredi del regno, di quella nuova realtà in Cristo. Il regno di Dio, come ci ricorda Romani 14:17, non è questione di cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.

Per poter avere un ampio ingresso in queste cose, per sperimentare in pienezza questa giustizia, pace e gioia – sia qui e ora che nell'eternità – dobbiamo praticare attivamente la scala della fede. Il risultato di questa nostra pratica non si limita alla nostra vita terrena, ma si estende anche nell'aldilà.

Il Tribunale di Cristo e la Ricompensa delle Opere

Paolo in 2 Corinzi 5:10 ci dice: "Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male." Questo versetto, insieme a 1 Corinzi 3:12-15, ci offre una prospettiva chiara:

"Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, l'opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco."

Che cosa significa tutto questo? Non saremo giudicati per stabilire se andiamo in paradiso o all'inferno; la nostra salvezza è già assicurata in Cristo. Ma le nostre opere saranno giudicate. Questo giudizio riguarda la qualità delle azioni che abbiamo compiuto come persone rinate in Cristo, sia in bene che in male, e ne riceveremo una ricompensa.

Chi si sarà sforzato in questa vita terrena a rendere sicura la propria elezione e vocazione, praticando con diligenza la scala della fede, ne riceverà un grande premio e onore in quel giorno. Il suo ingresso nel regno eterno sarà davvero trionfale. Questo perché quella persona non solo avrà onorato e glorificato Cristo avendo fede nella Sua opera, ma lo avrà fatto anche praticando quelle opere che sono state precedentemente preparate dal Padre affinché venissero compiute (Efesi 2:10).

Per cui, l'ampio ingresso nel regno eterno non è la porta della salvezza (che è già aperta per fede), ma un passaggio onorevole e ricco di ricompense che riflette la fedeltà e la crescita spirituale vissuta sulla terra. È l'esperienza piena e gloriosa della nostra eredità in Cristo.

Conclusione: Vivere la Fede per un Ingresso Glorioso

In queste tre parti, abbiamo percorso l'esortazione di Pietro in 2 Pietro 1:1-12, scoprendo un profondo invito a una vita di fede dinamica e progressiva. Abbiamo compreso che la grazia e le benedizioni divine non sono statiche, ma ci abilitano a crescere attivamente nelle virtù cristiane: fede, virtù, conoscenza, autocontrollo, perseveranza, pietà, affetto fraterno e amore.

Abbiamo visto come questa crescita attiva sia cruciale per evitare la pigrizia e la sterilità spirituale, preservandoci dalla cecità spirituale che deriva dal dimenticare la nostra purificazione dai peccati. La pratica di queste virtù non solo ci àncora saldamente alla nostra nuova identità in Cristo, ma ci permette anche di "rendere sicura" la nostra vocazione ed elezione – non rendendole più certe a Dio, ma più tangibili e consapevoli per noi stessi.

Infine, la promessa di "non inciampare mai" ci ha rivelato la stabilità che deriva da una vita costantemente sintonizzata con lo Spirito Santo. Culminando nell'affermazione dell'ampio ingresso nel regno eterno, abbiamo chiarito che la salvezza è un dono irrevocabile di Cristo, mentre la ricchezza e la gloria di questo ingresso futuro dipendono dalla qualità delle opere che compiamo in questa vita, come figli rigenerati di Dio. Il tribunale di Cristo non è un giudizio sulla nostra salvezza, ma sulla nostra fedeltà e sul frutto prodotto, determinando la nostra ricompensa e l'onore che riceveremo.

In definitiva, 2 Pietro 1:1-12 non è solo un elenco di virtù, ma un progetto divino per una vita abbondante e fruttuosa, che culmina in un'accoglienza gloriosa nel regno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. È un richiamo a vivere oggi con la consapevolezza dell'eternità, glorificando Dio in ogni passo.

Commenti

Marisa ha detto…
É vero che lo scambio arrichisce!, la tua riflessione porta luce su quello che l'apostolo Pietro dichiara e ci sfida nel "conoscere Dio", non in maniera intelettuale ma viva e reale, sforzandoci non perche ci sia bisogno di lavorare per ottenere la Grazia Che é gia stata donata da Dio per noi ma per conoscerla in pienezza aggiungendo a la fede la scala Che leggiamo in questi passi

Grazie Di cuore! metteró in prattica Il chiedere allo Spirito Santo di rivelarmi La persona Di Gesú , IL cuore del Padre ogni Volta Che leggo la sua Parola

Ti abbraccio forte

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Chi sono

Ciao a tutti e benvenuti su Pilastri della Fede! Sono Nadia Pianalto: nella vita sono moglie, mamma e nonna, ruoli che amo e che hanno arricchito il mio percorso. Ma c'è un altro aspetto della mia vita che mi sta profondamente a cuore e che desidero condividere con voi: la mia continua crescita nel cammino di fede. Sono cresciuta nella Chiesa Cristiana e per decenni ho vissuto la mia fede con grande impegno. Ero attiva nella comunità, seguivo le pratiche tradizionali e credevo sinceramente di dare il meglio. Tutto questo ha gettato le basi per la mia spiritualità e mi ha sostenuto nel mio percorso. Tuttavia, con il tempo, ho capito che c'era qualcosa in più. Pochi anni fa ho avuto una rivelazione profonda: pur amando la Chiesa, mi mancava una relazione personale e diretta con Dio. Questa non è stata una rottura con il passato, ma piuttosto un'evoluzione. Ho scoperto che una relazione con Dio si costruisce principalmente in due modi: Conoscendolo attraverso la Sua Parola, la...

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